Parlare del mio DA non è assolutamente facile. Premetto che non sono molto brava con le parole e che non sono abituata a esprimere i miei sentimenti. La mia malattia l'ho sempre considerata come un'amica, quell'amica che ormai mi accompagna da più di un anno, che vive di me, dei miei comportamenti. Con lei ho questo rapporto forse perché il tutto è nato da una mancanza d'affetto, da quella famosa sensazione del "mi manca qualcosa" e in lei ho sempre cercato tutto quello che mi è mancato. Solo ora mi rendo conto che tutto questo è stato inutile e non mi ha portata da nessuna parte. Non era la prima volta che mi ammalavo ma, questa volta la situazione era diversa, ero disposta a rischiare pure la vita pur di raggiungere il mio obiettivo. Quante gioie e attenzioni mi dava ma, quante cose mi ha tolto allo stesso tempo: le amicizie, gli interessi, la voglia di divertirsi...piano piano tutto spariva . Ancora oggi pago le conseguenze di quell'inutile ricerca della perfezione. Paure, ansie e preoccupazioni mi accompagnano sempre ogni volta che mi siedo a tavola, che mangio con altri, che entro in qualche negozio, che mi guardo allo specchio, che mi peso...la mia vita ormai da troppo tempo è incentrata sul peso, alimentazione e forme.e per quanto io possa provare a distrarmi i pensieri restano lì, ma credo nella terapia e so che è l'unico modo per poter uscire da questo inferno, da quest' incubo. So che è molto difficile e che la strada è molto lunga ma , non mi arrendo perché la malattia si è portata via troppi pezzi di vita e mi ha fatto rimanere sola...sola con lei e con tutto quello che mi diceva, con i suoi consigli che mi facevano stare bene, che mi facevano sentire cosi forte e sicura di me ma, in realtà non lo ero, anzi tutt'altro, perché più andavo avanti più la malattia si nutriva di me e io diventavo sempre più debole. Io rivoglio la mia vita, le mie emozioni, che ormai ho perso, rivoglio la vera felicità, non quella che mi dava il DA. IO VOGLIO GUARIRE E CI METTERÒ TUTTA ME STESSA PER RIUSCIRCI.